I gruppi gay con bambini

“Mamma, in Italia ci sono 16 gruppi gay”.

È da un bel po’ che le informazioni di Figlio 2 le prendo sul serio perché non abbiamo ancora capito dove e come, ma quel bambino è una miniera di informazioni. Adesso ci ha detto che possiamo chiamarlo Google, ovviamente pronunciato a modo suo in modo che assomigli al suo soprannome di casa.

“Sedici? Avrei detto di più, ma solo di uomini?”

“No, anche lesbiche. E spesso sono gruppi di due persone, ma ci sono anche dei bambini”.

Allora ho capito che era di questa notizia qui che stava parlando. Come abbia fatta a leggerla dal quotidiano che ho comprato in aeroporto e manco ho finito di leggere e sta ancora piegato in borsa, non lo so.

So solo che lui ha capito tutto, o quasi.

“Comunque quelli non sono gruppi gay, sono famiglie che si sono sposate all’ estero, e adesso le accolgono a Roma. Che non cambia niente per la legge, perché in Italia non ti puoi sposare se sei gay, ma cambia tutto nel farli sentire i benvenuti”.

Che poi che preciso a fare, lui è Google, queste cose le sa già da solo.

Il laghetto di Sinizzo

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Appena fuori S. Demetrio nei Vestini, un paese un po’ fuori L’Aquila, c’è questo laghetto dove andavamo a nuotare da studenti. Ci sono tornata una prima volta i Diga, nonni compresi, quando Orso aveva un anno e mezzo. L’ho scoperto sistemato, attrezzato e pontilato, rispetto a quando ci andavamo noi e toccava accontentarsi di un muretto con la scaletta dal lato profondo e delle tavole inchiodate stile trampolino ai rami bassi di un albero che pendeva sulla’ acqua. Ma di quel giorno in famiglia, in cui non abbiamo nuotato, sono rimaste soprattutto una foto di lui che con la sua aria più determinata e il passo traballante si dirige con decisione verso il pontile per catafottersi in acqua e lo scatto di madre disperata che lo insegue e sta per afferrarlo. Lo afferrai, se volete sapere come è andata a finire.

 

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Ci sono tornata con mia nipote che si è appena iscritta alla mia stessa facoltà, che se studi all’Aquila ma viaggi e il tuo ultimo pullman parte alle 19.30, meglio farselo un giro guidato quando capita. Ce lo siamo fatti partendo da Civita di Bagno, tentando di avvicinarci al monastero a Fossa senza riuscirci e senza insistere troppo, e rientrando sulla Statale 17 passando da Prata d’ Ansidonia, costeggiando Peltuinum, e da Castelnuovo. Eccovele, le foto del giro nostalgico, a cui mancano le foto della nuova facoltà, bellissima (ma vuoi mettere i tramezzi nei saloni del palazzo antico? Meno pratici forse, ma la scalinata di Palazzo Camponeschi, signori miei.)

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La fontanella di Piazza Santa Maria a Paganica, di notte e col telefonino, la foto ha i suoi limiti umani. Ma bello vedere due palazzi risistemati, uno a spese della Russia, l’ unico dei paesi partecipanti al disgraziatissimo, insultante propagandistico G8 post-sisma che ha mantenuto l’ impegno di adottare un monumento da ricostruire. Obama, fai ciao ciao con la manina! (Per il restauro della chiesa lasciamo perdere, che costa così tanto di più).
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Si capisce che davanti  questa fabbrica abbiamo frenato e siamo tornate indietro non per la scritta: vendita diretta al pubblico, ma per quella che diceva: la fabbrica di cioccolato produce a impatto zero? Che i comportamenti ecologicamente virtuosi vanno premiati. Mezzo copertone sta ancora spalmato lì, comunque.