Orange is the new black (nazionalismi calcistici)

 

 

 

oranje bovenVoi mettetevi nei miei panni e poi ditemi: poverina. Perché qui sono mesi che la Orange fever va avanti a ritmi che voi non vi potete immaginare e se dio esiste adesso hanno perso e ci possiamo rilassare un attimo.

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No, per dire, quello che vedete qui sopra è il giornalino aziendale del trasporto fluviale che augura il meglio agli oranje e così i loro clienti vedono, si immedesimano e partecipano e si crea fidelizzazione.

Se non ci credete guardatevi intorno quanti prodotti da mesi vengono venduti in versione arancione. Non dico i semplici ammennicoli del tifoso come vestiti, scarpe, cappelli, bandiere, festoni, trombette, toh, al limite pure le lattine di birra edizione speciale.

No, dico tortine, cracker, limonata per bambini, mouse, frullatori, persino il gesso agli ospedali.20140710-111438.jpg

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Dov’ è, dico dov’ è Marianne Thieme e il suo partito per gli animali, quando ce ne sarebbe bisogno?

 

 

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Figlio 1, l’ unico, vero appassionato di calcio della famiglia, che non si capisce da dove gli viene e poi uno pensa seriamente all’ opzione lattaio, persino lui ha dichiarato solennemente il primo giorno della prima parità dell’ Olanda:

– Io comunque ai mondiali tengo per l’ Italia?

– Ma davvero? mi fa piacere, ma non devi farlo per me

– No, è che mi sono scocciato.

– Di cosa?

– Ma di tutto, sta dovunque, anche nei negozi che non c’ entrano niente.

Lì ho capito di aver davvero fatto un figlio olandese, che la sobrietà ce l’ ha talmente nei geni da perdersi per strada le altre manifestazioni frivole e criptofasciste dell’ Orange Fever.

20140710-111719.jpg20140710-111331.jpgPerché se date un’ occhiata i Batavi come si combinano il circondario, non dico che come un sol uomo tirano fuori abbigliamenti arancione, le parrucche con le corna e le trecce arancioni, i cappelli con le tette, le bandiere, i colori per pittarsi la faccia, e ci si presentano pure in pubblico, ma proprio inseriscono questa passione anche nella vita professionale, uno non ci crederebbe che il resto dell’ anno il loro motto nazionale si Doe maar gewoon, dan doe je gek genoeg (comportati banalmente, che già così sei fin troppo stravagante) e la stravaganza, si sa, in questo paese va punita a mazzate. Basta che non sit ratti di calcio.

Così si vedono palazzoni per uffici coperti da teloni 30 x 10 che dichiarano: anche X tifa Oranje (dove a X potete tranquillamente sostituire qualsiasi banca, assicurazione, supermercato, ditta di logistica, il pizzicagnolo dietro l’ angolo. Solo i grandi uffici internazionali di avvocati e fiscalisti mantengono un profilo basso).

Per fortuna hanno perso, perché gli olandesi il meglio di loro lo danno nella sconfitta. Improvvisamente diventano tutti dei lord inglesi che danno la mano agli avversari e finalmente tacciono per un istante, invece di seppellirti dei loro commenti, opinioni, arroganza varie e rompicoglionaggine sparsa, quella per cui metà dei proverbi inglesi del ‘600 li citano (Dutch Courage = la sbruffonaggine indotta dall’ uso smodato di alcol ne sarebbe uno).

Adesso per un paio di giorni ce li godiamo così,  li facciamo discettare di tutti i falli, errori arbitrali, cattiverie ai loro danni che ci sono state, senza ricordargli, per pietà cristiana e poi in realtà perché gli vogliamo bene, di tutti i falli, sviste arbitrali, guardalinee cecati che ci sono stati nei giorni scorsi a loro vantaggio), ma tranquilli, sobri, rilassati, senza dover più dimostrare qualcosa al mondo.

Ci compreremo tutte le lattine di birra arancioni in svendita, aspetteremo che i festoni di plastica vengano distrutti dalla pioggia e dal venti e le bandiere stirate e riposte per il prossimo giro, e possiamo finalmente cominciare a discutere di cose serie. Tipo: allora anche quest’ anno venite in vacanza in Italia?

Un pensiero alla nostra regina Màxima, argentina di nascita: ma come hai fatto a sopravvivere all’ ultima settimana? Noblesse oblige.

 

Leiden e il Museo delle Antichità (e Pietro Antonio Locatelli)

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Leiden oltre ad esssere la sede della <a href="https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=541683569275053&id=100003002430610“>più antica università olandese ha un gran bel Museo delle Antichità in cui si è formato professionalmente come egittologo il nuovo direttore del museo egizio di Torino, Christian Greco.

Questa sera, per il festival musicale in onore dei 250 dalla morte di Pietro Antonio Locatelli si terrà un concerto nel museo. I musicisti Luca Fanfoni, Federico Caldara e Luca Simoncini eseguiranno brani tratti dall’ Arte del violino di Locatelli ( che visse ad Amsterdam per 39 anni consolidando la propria fama europea come compositore e virtuoso violinista).

19 giugno, 20.00,, Rijksmuseum van Oudheden, Rapenburg 28 Leiden

20 giugno, 20.00, Istituto Italiano di Cultura, Keizersgracht 564 Amsterdam