Quando nel ’98 rientrammo ad Amsterdam per la seconda volta questo quartiere residenziale tirato su dal vecchio porto Est, quello del Lloyd hotel e della sala partenze dei transatlantici, quello scalo merci fuori mano durante la guerra dove Keesje Brijde a 12 anni venne fucilato dai tedeschi per essere andato di nascosto a spigolare tra i binari per raccogliere dei pezzi di carbone che cadevano dai treni. Quel porto dismesso negli anni ’80 e prontamente occupato da comunità di artisti, quei nomadi di città giovani e accampati, che 15-20 anni dopo ormai affermati rimasero a vivere in zona, negli appartamenti che vennero dopo e che furono il miglior successo urbanistico ad Amsterdam dopo la Amsterdamse School ai primi del ‘900.